L’allarmante situazione causata dall’epidemia del Coronavirus in Italia, oltre alle gravi conseguenze sulla salute delle persone, ha prodotto gravissime ripercussioni economiche sulle imprese dell’intrattenimento.  A seguito dell’entrata in vigore dei provvedimenti governativi e legislativi diretti al contenimento della diffusione del COVID-19, le aziende del Pubblico Spettacolo hanno sospeso totalmente la propria attività a partire dal 23 febbraio 2020.

In questo contesto, il consigliere comunale Andrea Velardi, rappresentate della Lega, nonché Presidente Commissione temporanea Politiche Giovanili,  ha precisato la necessità di “nuove” regole e riflessioni sulle attuali per le problematiche inerenti l’acustica e la gestione dei locali quali ristoranti, bar, osterie trattorie e strutture di vario tipo che somministrano cibo e bevande, dando la possibilità di ampliare la limitazione degli orari con l’ausilio della musica, arrivando anche a proporre la concessione, da parte della Pubblica amministrazione, di 30 eventi l’anno ad ogni locale di sola somministrazione di alimenti e bevande, ovvero praticamente liberalizzando l’attività di Pubblico Spettacolo nella provincia di Verona.

Assointrattenimento, Associazione di categoria che raggruppa gli imprenditori di Pubblico Spettacolo, aderente a Confindustria,  ritiene quanto meno fantasiosa  e impraticabile  l’applicazione di tale teoria: in primo luogo sarebbe molto difficile conciliare l’aspetto della quiete pubblica e del riposo delle persone  data la forte concentrazione di Pubblici esercizi nel tessuto della città di Verona se gli stessi  non rispettassero le attuali norme in fatto di rumorosità,  ma quello che lascia ancora più perplessi riguarda l’aspetto della Sicurezza dei locali in cui si tiene un intrattenimento o uno spettacolo.

Forse il Consigliere non è a conoscenza che i luoghi laddove si effettua un intrattenimento, ad esempio una discoteca, devono essere progettati e costruiti attraverso il rispetto di intense norme relative alla sicurezza del pubblico partecipante, delle norme di inquinamento acustico nonché delle norme igieniche passando per una verifica da parte della Commissione di Viglianza sui Locali di  Pubblico Spettacolo e l’ottenimento successivo delle  autorizzazioni di cui all’art. 80 e 68  del T.U.L.P.S.. Dal punto di vista economico, realizzare un locale laddove avviene spettacolo e intrattenimento costa tre-quattro volte in più  rispetto alla costruzione di un normale Pubblico esercizio. Si tratterebbe dunque di autorizzare una sleale concorrenza ed incoraggiare l’abusivismo del già stremato settore dei locali di Pubblico Spettacolo.

Inoltre non crediamo che il Consigliere Velardi non sia a conoscenza delle linee politiche del leader del suo partito politico che, non molto tempo fa,  il 12 luglio scorso ha redatto un’Intesa Programmatica (presente anche oggi sul sito del Ministero dell’Interno) dove si evince l’esatto contrario ovvero il contrasto all’abusivismo nel settore e una lotta serrata ad ogni forma di intrattenimento posta fuori del quadro autorizzatorio.

Dare la possibilità ai bar o ristoranti di operare in orari illimitati e soprattutto integrare il tutto con la musica e spettacolo, ucciderebbe definitivamente il settore delle discoteche in Italia.

Anche Sergio Buio, noto imprenditore del settore dell’intrattenimento notturno dell’area del Lago di Garda, rileva che negli anni ‘90 le vere discoteche, in Italia,  erano più di 5000 mentre oggi sono dimezzate: pensiamo solo alla zona di Desenzano del Garda dove operavano ben  16 strutture ridotte oggi solo a una. Ed aggiunge:”Ci rendiamo conto di cosa significa a livello economico e di posti di lavoro? Ma anche tutto l’indotto legato alle strutture ricettive, negozi e quant’altro?”

Anche il Presidente Nazionale di Assointrattenimento Zanchi trova questa proposta assolutamente fuori luogo. Non si ritiene possibile dare la capacità a chiunque somministri cibi e bevande di diventare una sorta di discoteca, senza una organizzazione stabile e personale competente in grado di gestire i flussi di clientela,  senza assicurare le basiche misure di sicurezza, emergenza e evacuazione dei luoghi ove si tiene la manifestazione, oltre che di delle necessarie dotazioni antincendio e di  natura sanitaria.

Il consigliere leghista Velardi inoltre propone una Mozione presentata il 24 aprile 2021 firmata anche dal Capogruppo della Lega Anna Grassi di istituire il “Sindaco della notte” una sorta di sceriffo che controlli e gestisca il mondo della notte specificando addirittura l’orario dalle 18:00 alle 6 del mattino. A questo punto è da chiedersi il perché di tale proposta: il Sindaco Federico Sboarina non è in grado o non ha le competenze per assolvere in pieno il suo ruolo? Il Sindaco della Notte quali funzioni avrebbe? Quella di decidere chi può aprire e chi no? Una sorta di “far-west” dove questa nuova figura con deleghe speciali si trasformi in un Podestà che metta voce e eventuali veti su ciò che si possa fare o meno.

Uno scenario del tutto assurdo dove una già una complessa gestione dei locali verrebbe aggravata da ulteriori regole che darebbero adito  a personalismi e deroghe concesse arbitrariamente.