Si è svolto oggi un incontro tra le Associazioni Nazionali di Categoria e Ministero dell’Interno avente come oggetto “intesa programmatica con le Associazioni dei gestori delle discoteche” Tavolo Tecnico protocollo sicurezza.
Durante la riunione, i temi trattati sono stati l’applicabilità dell’articolo 100 T.U.L.P.S., abusivismo e accordo quadro stipulato nel 2019. Assointrattenimento, rappresentata dal Vice Presidente Gabriele D’Ambra e dal Past President Antonio Degortes, ha lamentato che gli accordi oggi in vigore prevedono meccanismi premiali, di formale riconoscimento della sottoscrizione del protocollo di intesa e del suo integrale rispetto da parte del gestore del locale. Ciò soprattutto ai fini dell’applicazione dei provvedimenti di competenza ai sensi dell’art. 100 del TULPS, fatto salvo il potere discrezionale del Questore, previsto nella norma richiamata, sempreché la stessa gestione abbia tempestivamente informato le Forze dell’ordine delle situazioni a rischio nel locale e prestato ogni opportuna forma di leale e fattiva collaborazione. Purtroppo nella realtà questa premialità non trova riscontro: oggi basta una scazzottata anche lontano dal locale per correre il rischio di incorrere nella chiusura dello stesso. In buona sostanza si è rilevato un eccessivo utilizzo da parte dei questori dell’art. 100 anche nei confronti di gestori di locali che adottano pedissequamente il Protocollo d’intesa, tanto che gli stessi gestori, in molti casi, temono di informare le Forze dell’ordine.
Per quanto concerne invece l’abusivismo, si è rilevato che purtroppo esiste ancora su tutto il territorio Nazionale una fitta rete di bar, ristoranti, spiagge, circoli privati, gestiti da imprenditori scorretti, che dalla mezzanotte si trasformano da normali ambienti dedicati alla somministrazione di alimenti e bevande in veri e propri locali di Pubblico spettacolo. Tale pratica avviene attraverso l’utilizzo di disc jokey, performers e ballerine, musica diffusa ad alti volumi, utilizzo di attrezzature specifiche di illuminazione e palcoscenici, pista da ballo improvvisata e in certi casi l’utilizzo di pubbliche piazze o vie. Questa tipologia di attività illegale viene comunemente denominata MOVIDA e nulla ha a che fare con le discoteche e i locali autorizzati.
In fatto le discoteche hanno un autorizzazione di Pubblica sicurezza, con locale agibile ai sensi dell’art. 80 del T.U.L.P.S. in merito a Igiene, solidità e sicurezza dei luoghi, oltre che la certificazione delle emissioni sonore certificata dall’accesso della Commissione di Vigilanza e da tecnici abilitati.
Diversamente, in tutte le città italiane si rileva che la pratica sopradescritta di MOVIDA, è di fatto tollerata dalle autorità competenti. Sono centinaia le segnalazioni fatte da Assoitrattenimento su tutto il territorio nazionale.
Si è voluta sollevare inoltre la questione di Brescia e della sentenza Cassazione civile sez. III – 23/05/2023, n. 14209 in merito alla Responsabilità della Pubblica Amministrazione per i danni subiti dal privato in conseguenza di immissioni nocive nella quale il Comune viene condannato al risarcimento dei danni morali e patrimoniali subiti da un cittadino proprio in ragione delle emissioni sonore provocate dalla MOVIDA. Per la soluzione del problema si è suggerito al rappresentante del Ministero dell’Interno di intervenire in ordine agli orari delle esecuzioni musicali in locali non dotati di Licenza di Pubblica Sicurezza di cui all’art 68 del T.U.L.P.S. limitando tale attività alle ore 24 su tutto il territorio nazionale.
La Dirigente dott.ssa De Angelis, dopo un’attenta valutazione, ha proposto un nuovo incontro in tempi brevissimi al fine di definire, prima dell’estate, se i punti cardine dell’accordo quadro siglato nel 2019 siano migliorabili, da confermare o da eliminare.
Tutto questo dando priorità ad una serrata lotta all’abusivismo concentrata sull’immediata attuazione dei controlli subito dopo la ricezione degli esposti delle associazioni di categoria. In seguito, a termine dell’estate, sarà convocato un incontro conclusivo per rimodulare un nuovo e migliorativo accordo quadro, e invitare le varie prefetture che ancora, dopo 7 anni non avessero siglato il Protocollo Provinciale sulla sicurezza nelle discoteche, ad attuarlo nel tempo più celere possibile.