CHIARIMENTI DI ASSOINTRATTENIMENTO:

Precisazioni in merito ai locali di pubblico spettacolo (discoteche) che intendano proseguire l’attività.

Cari colleghi,

In relazione a numerose richieste di chiarimento, verificata l’ordinanza del Ministro della Salute, si precisa che l’attività vietata nelle discoteche è limitata alla sola attività del “ballo”.

Sono quindi consentite l’apertura e l’attività di sola somministrazione nel rispetto delle norme regionali di riferimento in funzione della prevenzione COVID-19.

Tale disposizione non vale per le Regioni che hanno determinato la chiusura totale delle discoteche adottando formula differente e più restrittiva di quella contenuta nell’ordinanza di cui sopra.

Assointrattenimento tanto precisa:

All’inizio dell’estate, alcuni imprenditori e altri soggetti, anche istituzionali, del nostro settore hanno escogitato una strategia per riaprire i propri locali “discoteca” mediante la temporanea sospensione della autorizzazione amministrativa di pubblico spettacolo, cosi da esercitare la sola attività di somministrazione alimenti e bevande (che a tutt’oggi è consentita). E’ sotto gli occhi di tutti il fallimento di tale strategia poi sfociata in attività di Pubb ico Spettacolo.

La nostra Associazione Nazionale si dissocia fermamente da tale pratica e da tali modalità esercizio per i seguenti motivi:

  1. 1)  L’utilizzo del locale “discoteca” per la sola somministrazione, a meno che non sia una pratica costantemente attuata dal locale, appare un chiaro escamotage per riaprire comunque le aziende discoteca: appare evidente che il pubblico durante l’attività di spettacolo non starà immobile ma si sentirà legittimato (visto il luogo) a parteciperà alle esecuzioni attraverso forme di ballo spontaneo. Tale pratica avviene normalmente nei pubblici esercizi gestiti da imprenditori scorretti e fino a ieri è stata da noi denunciata e combattuta attraverso la segnalazione alle autorità con centinaia di esposti in tutta Italia.
  2. 2)  Le discoteche, rinunciando alla licenza di Pubblico spettacolo e divenendo di fatto dei bar o ristoranti, perderanno la loro autorizzazione amministrativa per l’effettuazione del Pubblico Spettacolo e, conseguentemente, dovranno rispettare gli orari previsti dai vari regolamenti Comunali per il funzionamento dei Pubblici esercizi e delle manifestazioni accessorie agli stessi: orari, che a seconda del Comune di appartenenza e dalle giornate di esecuzione, variano tra le 23,00 e le 01,00. Tale norma è stata forse “dimenticata” dagli eventuali fruitori di questa inedita prassi che tuttavia dovranno adeguarsi e dunque sospendere le esecuzioni musicali ad orari prestabiliti, che non appartengono al pubblico spettacolo, e quindi procedere poi alla sola esecuzione di musica di sottofondo.

3) L’assenza dell’autorizzazione di cui all’art. 68 TULPS non ci consentirà più di imporre un prezzo di ingresso o una consumazione obbligatoria o un aumento del prezzo delle consumazioni nei nostri locali, producendo di fatto l’incapacità delle nostre aziende di sostenere i costi derivanti dall’attivazione dei nostri impianti e delle nostre strutture che, certamente, non sono assimilabili a bar o ristoranti ma sono aziende complesse con altissimi costi di gestione.

Sentiamo il profondo dovere, anche intellettuale, di precisare e motivare la nostra posizione al fine di dissociarci da tale pratica di utilizzo delle discoteche, che a nostro avviso sfocerà in una situazione di dilagante illegalità e ci porrà allo stesso livello di coloro che fino a ieri abbiamo denunciato e contrastato.

Chiediamo invece con forza che le discoteche vengano riaperte nella loro pienezza, nella loro funzione sociale, nell’ambito di regole certe e di precise predeterminate condizioni: i gestori di discoteche non devono essere spinti e costretti ad esercitare attività abusiva ma, oggi più che mai, è necessario l’intervento immediato del Governo attraverso dei finanziamenti a fondo perduto che, per i quali sono in corso trattative avanzate con il governo.

Cremona, 18 agosto 2020

ASSOINTRATTENIMENTO f.to IL PRESIDENTE