Martedì 19 maggio il nostro presidente Luciano Zanchi, accompagnato dal  past-president Antonio Degortes, ha incontrato, in conferenza, il Sottosegretario al MISE, la dott.ssa Alessandra Todde, che ha accolto positivamente e con grande interesse i nostri studi di settore e le proposte  avanzate per cercare di risollevare il settore dell’Intrattenimento.

A tal fine si è deciso di convocare rapidamente, comunque entro la prossima settimana, un tavolo di lavoro per uscire dalla intricata situazione che si è creata. Per la prima volta dal 23 febbraio si stanno attivando meccanismi reali (e non chiacchiere)  per cercare la soluzione alle intense problematiche intervenute con COVID -19.

Assointrattenimento ha avanzato ipotesi, come ben sapete e come sosteniamo sin dal 23 febbraio, per la soluzione in 3 fasi:

La prima fase fatta di aiuti a fondo perduto per le aziende oggi ancora chiuse e per i dipendenti – in particolare:

  • una sovvenzione alle nostre imprese – in misura pari al 20% del fatturato (da calcolarsi sulla base di quello maturato nel medesimo periodo dello scorso 2019)-  per tutti i mesi di attuale sospensione dell’attività di pubblico spettacolo (sospensione ancora oggi in vigore);
  • il prolungamento della cassa integrazione per tutti i sopra decritti addetti del nostro settore, oggi, di fatto, senza lavoro e senza futura prospettiva.

La seconda fase attuata in tempi rapidi rivolta allo studio e alla redazione di un protocollo che con la dovuta sensibilità consenta alle nostre aziende di essere profittevoli e ai nostri clienti di partecipare alle serate organizzate  in totale  sicurezza.

La terza fase che consenta un profondo e radicale cambiamento  in relazione alla fiscalità e all’aspetto amministrativo con particolare attenzione all’abusivismo ormai dilagante.

In particolare abbiamo segnalato al governo che:

  1. Dal 2000 a oggi, l’azione dei vari governi, a colpi di norme amministrative, vessazioni fiscali e continui inasprimenti delle regole, ha distrutto la capacità del settore di essere profittevole e quindi ha determinato la morte della nostra creatività e capacità di innovare, in favore di attività abusive che ognuno di noi ha potuto sovente riscontrare nelle piazze, nei circoli privati, nelle spiagge, nei locali d’imprenditori scorretti che, utilizzando impropriamente le autorizzazioni di sola somministrazione, organizzano in realtà  intrattenimenti abusivi.
  2. Il nostro settore è tartassato, essendo destinatario d’innumerevoli imposte e balzelli: ogni 100 € d’incasso, versiamo il 22% di iva, il 16% di imposta intrattenimenti, circa il 5% di Siae (diritto d’autore) e il 2% a SCF (diritti connessi al diritto d’autore) per un totale del 45% di prelievo immediato sui proventi della serata. A questi devono poi essere dedotti gli innumerevoli costi: personale, contribuzione, forniture energetiche, imposte comunali e regionali, affitti, spese di gestione (commercialisti, consulenti del lavoro ecc.), forniture e, sul poco che rimane, pagare il 60% di ulteriori imposte. È accettabile questa situazione? È mai possibile che un settore sia così vessato dallo Stato?
  3. La situazione non è mutata neppure con gli ultimissimi provvedimenti, non è vero che il Decreto “non ha lasciato indietro nessuno”: noi siamo stati completamente dimenticati!

Si afferma che il Governo ha fatto divenire visibili gli “invisibili” – e ci riferiamo ai lavoratori immigrati illegalmente in Italia, senza documenti e permesso di soggiorno che, nonostante non siano cittadini italiani, sono stati comunque ammessi al banchetto della solidarietà – cosi di fatto creando una nuova categoria di “invisibili”: le nostre aziende – le discoteche e i locali di pubblico spettacolo – unitamente a tutti i nostri dipendenti, assolutamente “abbandonati” pur essendo contribuenti e cittadini Italiani. Ciò è inaccettabile.

  • Anche le misure proposte con il D.L. “rilancio”  sono inique e del tutto sbilanciate: a titolo esemplificativo la cancellazione della rata IRAP è prevista per tutte le aziende a prescindere dal settore di appartenenza. Ma è mai possibile che il Governo non sia a conoscenza di come l’emergenza COVID-19 ha determinato in alcuni settori aumenti spropositati di fatturato? Si pensi ai supermercati e alla vendita di prodotti alimentari in genere, alle farmacie, alla produzione di sistemi di protezione individuale e a tanti altri settori coinvolti nella prevenzione. E’ dunque corretto e socialmente equo premiare imprese che hanno avuto innegabili vantaggi economici anziché soccorrere quei settori maggiormente colpiti come il nostro? Per non parlare dell’IMU ridotta solo per alberghi e spiagge: e le discoteche?
  • In estrema sintesi le nostre aziende sono state di fatto private di una componente essenziale del proprio patrimonio che si chiama “avviamento” e che, unitamente a quanto sopra descritto, ha creato una situazione insostenibile. Sono necessari dunque interventi specifici per il nostro particolare settore  – più appropriati e mirati di quegli spiccioli (concessi a pioggia) previsti dal D.L. “rilancio” – occorrono in sostanza immediati aiuti a fondo perduto: le nostre aziende sostengono affitti, costi di gestione e di manutenzione altissimi in assenza di un ben che minimo fatturato e nella totale assenza di una ben che minima previsione sulla riapertura delle nostre attività

#weareONLYentertainment